PREMESSA/INTRODUZIONE:

Perché una proposta di Interventi Assistiti con l’animale?

Molto semplicemente perché siamo consapevoli che spesso e volentieri la nostra capacità osservazionale, decisionale e relazionale con sé e con gli altri sia intrappolata in quegli schemi mentali, costruiti negli anni attraverso l’esperienza, a cui ci affidiamo perché ci rassicurano nella gestione della quotidianità. Ma che proprio perché schemi non ci permettono di accedere ad una dimensione completa del “fenomeno” che osserviamo; anzi, ne deriva solo un’immagine parziale e per definizione deficitaria. Ancor di più quando ci confrontiamo con una realtà così complessa come quella della disabilità.

Quindi parziale e deficitaria rimane sia la relazione con sé sia la relazione con l’altro; limite invalicabile se l’altro con cui ci relazioniamo è un paziente che ha bisogno di noi per essere accompagnato in un percorso di crescita o di cura.

Ecco allora che cambiare modo di stare nella relazione, di spostare il vertice osservazionale, o lo sguardo con cui guardiamo l’altro, stimolare nell’altro nuovi modi di guardare e di guardarsi andando alla scoperta di nuovi mondi, può essere fondamentale per trovare soluzioni diverse, per offrire percorsi alternativi e più efficaci di accompagnamento. E quello animale lo riteniamo un mondo affascinante, un modo arricchente e vincente verso questo cambiamento fondamentale per raggiungere l’obiettivo che ci prefiggiamo: quello del prendersi cura.

Nel tempo abbiamo potuto sperimentare sulla nostra pelle la forza, la “violenza” (nell’accezione positiva del termine) e il potenziale terapeutico della relazione con l’animale. Dove per terapeutico intendiamo anche il semplice “far star meglio o far star bene”.

Perché l’animale ci permette di abbattere la barriera della razionalità, di superare le sovrastrutture psichiche tipiche dell’uomo e di accedere senza filtri al mondo emotivo del paziente. Vertice osservazionale scontato ma non facile da tenere.

Così com’è confermato che un adeguato dialogo con le emozioni favorisca i legami sociali e relazionali e che le persone che nel loro percorso hanno la fortuna di incontrare gli animali sono emotivamente e socialmente più competenti”. Quanto è vero.

Siamo convinti allora che offrire ai nostri pazienti l’opportunità di un lavoro specifico ed attento con l’animale, ed una rielaborazione dello stesso attraverso dei laboratori creativi, possa aiutarli nel recuperare e rinforzare questa dimensione facendo si che la naturale predisposizione epimeletica dell’animale venga messa a disposizione di chi in qualche modo le cure le richiede.

PROPOSTA

Ciclo di 6 incontri per gruppi omogenei composti da 6 o 12 bambini, ragazzi o giovani adulti con disabilità.

Ogni proposta sarà programmata e sviluppata sulla base delle disabilità specifiche di ognuno e in base alle caratteristiche psichiche e fisiche dei singoli componenti del gruppo

OBIETTIVI

– poter vivere e condividere un’esperienza unica qual è l’incontro con l’animale (cane, asino, cavallo o coniglio);

– favorire la nascita, il riconoscimento e la gestione di emozioni e vissuti suscitati dall’incontro con l’animale;

– incrementare le capacità di elaborazione del pensiero e delle rappresentazioni di sé e dell’altro;

– evitare di isolarsi nel proprio dolore o nell’impossibilità di comprendere quello che sta succedendo;

– accettare un “tempo diverso dal proprio” e che deve corrispondere a quello dell’animale;

– aumentare la tolleranza alla frustrazione;

– incentivare, laddove possibile, la propria autonomia, migliorare la propria autostima e la fiducia in sé;

– rendere l’utente consapevole dei propri limiti ma anche delle proprie potenzialità;

– stimolare un equilibrio psicomotorio e una consapevolezza del proprio Sé corporeo.

TARGET

A CHI E’ DESTINATO IL PROGETTO: gruppi di bambini e ragazzi con disabilità suddivisi per fasce d’età

STRUMENTI

Lavoro a terra con l’animale (cavallo-asino)

Giochi specifici in sella dell’animale

Laboratori di arte-terapia

Laboratori di lettura e scrittura creativa