PREMESSA

Per quanto cerchiamo di proteggerci dal dolore, non possiamo controllare tutto. E qualcosa ci sfugge o semplicemente accade.

E sentiamo che qualcosa in noi si rompe o finisce, se n’è andata, lasciandoci quel segno che ci resta addosso e che risuona sempre lì.

Ci possiamo ripetere che non è successo niente, che è tutto a posto e che va bene così, ma è solo perché siamo cresciuti con questo malinteso senso dell’essere forti e di bastare a noi stessi.

Possiamo non accettare la ferita. Possiamo cercare di nasconderla. Possiamo essere così severi con noi stessi da non concederci crepe.

Ma il nostro taglio non curato, la nostra lacerazione è sempre lì e si riapre sempre nello stesso punto. E brucia e ci toglie il respiro.

Al contrario, possiamo prendercene cura. Ciò che è rotto può essere ricomposto. Se ne raccolgono i frammenti e li si rinsalda, riempiendo le crepe con olio e oro.

Le fratture non saranno, così, nascoste, ma esaltate, palesandosi in cicatrici d’oro che risplende, a mostrare tanto la nostra fragilità quanto la forza di resistere. In questo sta la vera bellezza.

Una bellezza riformata in cui ci riconosciamo autentici, che possiamo amare e che ci permette di accogliere e di riconoscere anche le imperfezioni dell’altro.

È la nostra bellezza fragile, che possiamo vedere in noi e nell’altro di fronte a noi.

È la consapevolezza che si è forti solo quando si ammettono le proprie fragilità. È la sensazione profonda di essere qui ed ora, di essere noi e che ancora possiamo far succedere cose belle.

PROPOSTA

Gruppo di sostegno all’esperienza della perdita, dell’assenza, delle situazioni in cui fatichiamo a riprendere il corso delle cose della vita.

E’ articolato in 5 incontri tematici più uno di presentazione e conoscenza del progetto e delle modalità di attuazione e svolgimento.

Nel gruppo si potrà condividere le proprie sensazioni con persone che stanno vivendo una condizione simile e riuscire ad esprimere le proprie emozioni per aiutare a vivere questo difficile momento.

OBIETTIVI

GENERALI: poter condividere il proprio dolore e trovare nel gruppo dei pari un luogo in cui poter esprime le emozioni che in altri contesti può essere difficile comunicare e avviare un confronto sullo stato delle cose dopo l’evento accaduto.

SPECIFICI: evitare di isolarsi nel proprio dolore; potersi confrontare con chi sta affrontando un’esperienza comune alla propria; mantenere aperto un dialogo nei diversi momenti del proprio dolore; compiere insieme uno sforzo di considerare gli aspetti ancora presenti nella propria vita; proiettare il pensiero e i sentimenti verso una progettualità possibile.

METODO

Avviare una ricerca con il consenso della persona e nella persona delle pressioni e dei dolori da raccogliere e conservare. Profilare quale vita sia possibile ancora dopo la ferita, l’accaduto doloroso che si sente di aver subito.

Riavviare o reimpostare la progettualità di vita possibile, senza dimenticare o ignorare o rimuovere.

ORGANIZZAZIONE

A CHI E’ DESTINATO IL PROGETTO: persone maggiorenni che sentono di avere una ferita aperta, che brucia, qualsiasi sia la sua natura (perdita di un familiare o una persona cara, separazione, perdita del lavoro..) e che desiderano condividere il momento che stanno vivendo.

LUOGO: stanza-sala-salone messo a disposizione gratuitamente dal comune

TEMPI: 6 incontri della durata di 90 minuti (date e orari da concordare), di cui 5 a tema ed il primo di presentazione del gruppo e del metodo.

STRUMENTI: materiali audiovisivi, lettura di testi, spazio per attività fisica di rilassamento e/o riscaldamento in gruppo, role-playing, videoproiettore e computer.