Prologo
Nelle grandi crisi il cuore si spezza e diventa più forte”

(Honoré de Balzac)

Premessa

Il kintsugi, letteralmente “riparare con l’oro”, è una pratica giapponese che consiste nell’utilizzo di oro o argento liquido o lacca con polvere d’oro per la riparazione di oggetti in ceramica (in genere vasellame), usando il prezioso metallo per saldare assieme i frammenti.

La tecnica permette di ottenere degli oggetti preziosi sia dal punto di vista economico (per via della presenza di metalli preziosi) sia da quello artistico: ogni ceramica riparata presenta un diverso intreccio di linee dorate unico ed ovviamente irripetibile per via della casualità con cui la ceramica può frantu- marsi.

La pratica nasce dall’idea che dall’imperfezione e da una ferita possa nascere una forma ancora maggiore di perfezione estetica e interiore.

Kintsugi Camp

È un incontro di esperienze diverse di un giorno trascorso insieme per genitori, insegnanti, formatori e lavoratori: adulti che i prendono una pausa perché vo- gliono ritrovarsi a giocare, parlare, disegnare, costruire, rivelarsi e cucinare insieme.

Uno spazio pensato per ritrovarsi e raccontarsi, lontano da casa, dalle cose quotidiane, che ci legano ed impegnano e oggi ci fanno faticare.

Un’occasione che ci regaliamo per stare lontani dalla pazza folla reale e vir- tuale dei social, dalla quotidianità che ci nutre di ansia e energia negativa da sfogare prima o poi, dai nostri doveri e, perché no, dai nostri familiari.

Un momento per recuperare, magari, qualcosa di lasciato, dimenticato, rotto, prendendolo di nuovo in mano, per recuperarlo, riattivarlo, riaggiustarlo ma- gari.

E su questo fermarci e immaginare una forma diversa, una narrazione nuova, una bellezza collaterale che ci sfugge, ma che mai come oggi ci serve.

Imparare insieme a fare di una ferita una feritoia da cui passa la luce, a mettere sulle ferite non sale, ma oro, che possa “riparare”, ricucire, rinnovare.

Esattamente come fa il kintsugi.

Kintsugi Camp è il tempo che ci dedichiamo per compiere un viaggio da fare insieme, per poter tracciare un sentiero utile a raggiungere una meta preziosa. Perchè “viandante, non c’è cammino se non andando avanti. Camminando si apre il cammino” (A. Machado).

E’ l’pportunità per staccare, rallentare, magari anche per fermarsi. Una sospensione della quotidianità per guardarci ed ascoltarci, per immaginare e im- parare, ma senza manuali: adoperando le nostre risorse e le nostre capacità in- sieme a quelle degli altri.

Il tema del camp sarà lo sguardo amorevole che diamo, che ci aspettiamo, che cerchiamo, che desideriamo, che abbiamo ricevuto e che ci sorprende.

Lo esploreremo con gli occhi di come siamo e di come eravamo perché “il vero viaggio di scoperta, non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” (Marcel Proust)

Strumenti:

Lavoro in solitaria ed in piccolo gruppo Lavori in grande gruppo
Laboratori di arte-terapia
Laboratori di lettura e scrittura creativa